lunedì 8 luglio 2013

La maschera di Registrazione

Google  è molto attento e servizievole e vi supporta nel compilare la maschera di registrazione, basta
cliccare sui vari rettangoli e appare un fumetto esplicativo.

Quindi qui di seguito solo qualche consiglio e alcune precisazioni legati alle esperienze d'uso. 



Il Nome e Cognome che inserirete sarà quello che comparirà nel vostro profilo, quello con cui sarete riconosciuti nel mondo di Google. Se il vostro scopo sarà quello di utilizzare gli strumenti di Google per condividere materiali didattici sarebbe preferibile utilizzare il nome e cognome reali, magari sostituendo al nome "prof".

Il nome utente è invece l'indirizzo di posta elettronica di gmail che state creando. Anche in questo caso sarebbe preferibile non essere troppo fantasiosi se volete che i vostri interlocutori non abbiano difficoltà a contattarvi.

Scegliete la password che preferite, ma NON dimenticatela !

La data di nascita deve essere vera o verosimile. Google non permette la registrazione di minori di 13 anni !!
Fino a qualche tempo fa il limite minimo era di 18 anni, ma è stato rivisto probabilmente accettando le segnalazioni di tanti prof che desideravano utilizzare gli strumenti di Google con i propri alunni.

Come molte aziende tech Google è particolarmente attento alla comunità LGBT, alla voce Sesso si può quindi scegliere anche "Altro".

Il Cellulare ?
Si può  anche saltare questo campo, ma riflettete che i servizi di Google sono attivi, e utilissimi, anche sugli smartphone e quando deciderete di utilizzarli ...... Google saprà il vostro numero.
Il "sempre connessi" prevede di avere una scheda telefonica non riservatissima !

Se fornite l'indirizzo di posta elettronica alternativo, quello di un altro provider, vi sarà possibile recuperare la password nel caso   in cui la dimentichiate.

Scrivete le parole indicate per rassicurare Google di essere un essere umano. In Internet esistono molti software che creano indirizzi di posta elettronica falsi, per utilizzare servizi o registrarsi a siti Web minacciandone la sicurezza e la funzionalità; i Captcha sono immagini in cui compaiono delle scritte che solo un occhio umano può decifrare.

E' necessario accettare con una spunta i termini del servizio mentre si può non accettare che Google utilizzi le informazioni su siti Web non di Google  e poi ....... il più è fatto.




Come si comincia

Cliccando su
Google mostra la maschera per inserire l'e-mail e la password per poter usufruire dei suoi servizi e comincia a svelarsi un poco

Ma come si fa ad ottenere un account ?  Basta cliccare sul bottone in alto a destra della pagina



La registrazione è gratuita e senza altro impegno che far parte degli utenti di Google !!



Nella pagina con la maschera della registrazione Google diventa più esplicito con chi è nuovo e concede qualche indicazione in più : "Il tuo account non si limita solo alla ricerca" - "Porta tutto con te" - "Condividi pochi o tanti contenuti" e un promettente "Lavora nel futuro". Quindi la maschera per inserire le informazioni.



venerdì 5 luglio 2013

Da dove si comincia

Si comincia dalla pagina più celebre del Web: http://www.google.com

Anche quelli che hanno pochissima confidenza con Internet, quelli che per collegarsi debbono ricorrere all'aiuto dei figli, o dei nipoti, conoscono questa paginetta bianca, molto vuota, con solo una scritta colorata, un rettangolino vuoto e un'istruzione semplice :  "Cerca con Google".

Di tanto in tanto la pagina offre qualche piccola sorpresa, la scritta è illustrata con immagini o animazioni che celebrano eventi particolari: l'inizio di una stagione, la data di nascita di qualche personaggio famoso, un evento nazionale o sportivo. Sono i Doodle, una civetteria dei programmatori che stupisce al primo collegamento della giornata.
Se volete rivederne qualcuno i  Doodle sono raccolti a questo link.

Ma nei giorni feriali la pagina è quasi tutta bianca senza distrazioni, una porta elegante ed  essenziale per cominciare ad andare per siti.


"Ah si, il motore di ricerca "
Come a dire "Ma questo lo sapevo già "
"Si ma avete mai notato che in alto della pagina ci sono delle scritte piccole in una striscia nera ? "


"Si, certo: Ricerca, Immagini, Mappe. Anche queste si usano spesso per cercare immagini o indirizzi"
Come a dire "Dov'e la novità ?"
" Si, ma c'è anche scritto : Gmail, Drive, Calendar, Altro e Altro ancora "
"........."
"Sono alcuni degli strumenti di Google"

Dietro quelle piccole scritte bianche su fondo nero, c'è il meraviglioso mondo di Google, un mondo ricco e intrigante che viene presentato con la semplicità di una pagina bianca, come le cose di valore che non hanno bisogno di roboanti presentazioni, scoprirle è tanto interessante che non è necessaria nessuna pubblicità: sono e basta.

Solo un piccolo invito in alto a sinistra della pagina bianca, un bottone rosso con un parola ammiccante: 










lunedì 1 luglio 2013

Una sola password da ricordare


Il Web 2.0 offre i servizi più vari: on line si possono costruire interi siti, mappe concettuali, presentazioni, video, linee del tempo, poster. Tutto senza conoscere nulla dei linguaggi del Web, tutto direttamente pubblicato in Internet, quasi tutto gratuito e in buona parte condivisibile per la collaborazione a distanza. Una offerta vasta e divertente per produrre materiali di tutti i tipi.

Solo in quest'ultimo periodo gli autori dei siti cominciano a evidenziarne le caratteristiche educative, in linea di massima i servizi vengono offerti come applicazioni generiche in ambito aziendale o ludico ma con un poco di fantasia, e molta professionalità, ci si può dilettare ad individuare come le diverse opportunità possano essere utilizzate con gli alunni per integrarle nelle attività didattiche. Ma questa offerta così varia e intrigante ha un limite proprio nella sua multiformità e nella sua non organicità.

Ogni servizio che si va scoprendo nella Rete viene presentato in modo diverso, utilizzando HTML , Java o Flash, con interfacce assolutamente non omogenee, con icone fantasiose e con ancor più fantasiosi metodi di costruzione dei materiali. Aggiungendo il fatto che per la maggior parte sono in inglese ...... in pratica occorrerebbe un tutorial dedicato a ciascuno di essi.

Il più grande limite tecnico di questi strumenti di elaborazione e condivisione e la non integrazione: costruisco una bellissima mappa, ma non posso integrarla nella mia presentazione oppure la mia linea del tempo importa foto e video, ma non prevede più di qualche riga di testo. Utilissimi e piacevoli per svolgere un'attività specifica non permettono la costruzione di elaborati complessi come sono in genere i materiali che si preparano per una attività didattica.

Ma nel Web 2.0 c'è anche Google, mon amour, che pian piano nel tempo ha costruito strumenti o li ha acquisiti acquistando applicazioni già collaudate, curando la loro integrazione e la loro interoperabilità, avviando un processo di standardizzazione di icone e interfacce grafiche.

Un'altra seccatura delle pur pregevoli applicazioni del Web 2.0 è che occorre una registrazione per ciascuno di essi: non solo tanti nomi, tanti indirizzi , ma sopratutto tante password da ricordare.
Non è piacevole per nessuno, ma fa scoraggiare i colleghi più insicuri e anche i nativi digitali tendono a confondersi se non si tratta di Facebook, ma di studiare.

Ma anche in questo caso  Google risolve .....



Semplice, gratuito e con tante opportunità : cosa vuoi di più ?






domenica 30 giugno 2013

Un amore maturo


Il mio "Amo Google" non è un'infatuazione, ma un sentimento adulto. Maturato dopo anni di ricerca di soluzioni per individuare strumenti per la didattica in Rete.
Prima ci furono le pagine Web : HTML , CSS e quel tanto che bastava di PHP e Mysql per installare Spaghettilearning, la prima piattaforma di e-learning open source in italiano dal nome suggestivo, forse anche troppo, ora è stata rinominata Docebo, e Moodle e Wiki e piattaforme varie.
Costruire le pagine e curarne la grafica era di grande soddisfazione anche se occorreva un poco di tempo. Il problema era farle costruire ad alunni e colleghi.
La prima pagina era abbastanza semplice da mettere on-line , HTML e FTP, tra l'entusiasmo di vedere la propria opera accessibile in Internet, ma i problemi arrivavano subito dopo: come avere uno spazio per pubblicare le pagine Web ? come costruire pagine accattivanti ? E allora le questioni diventavano più complicate e in tutti i casi si trattava sempre di pagine statiche, poco adatte alla comunicazione didattica, ma l'iniziazione alle pagine dinamiche era ancora più difficile.

Dopo un poco i novizi si stancavano e del resto valeva proprio la pena di impegnarsi tanto per mettere in Rete solo i propri appunti ? I linguaggi del Web non facevano parte dei programmi scolastici e probabilmente non si poteva nemmeno pretendere che facessero parte delle competenze di un docente.

E arrivò il tempo del Web 2.0.

Finalmente non era più necessario scrivere codice e attivare un contratto di hosting per pubblicare su Internet Blog, Wiki, Mappe e materiali vari e diventava semplice anche costruire strumenti collaborativi.

Strumenti ideali per alunni e docenti più interessati alla comunicazione in Rete che alla dura disciplina della programmazione ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta.

Per saper ne di più su Web 2.0 , Infrastruttura tecnologica: Web 2.0 e Didattica e Web 2.0

giovedì 27 giugno 2013

Per fortuna non si paga.

Ai tempi in cui frequentavo gli eventi Educational di Microsoft, mi colpì il nome con cui venivano indicati i giovanotti, in genere alti, biondi e discretamente aitanti, che conducevano i workshop : Evangelisti.
Anche se forse il termine in inglese può essere interpretato in modo meno strettamente connesso con gli estensori dei Vangeli, rimasi impressionata dall'accostamento del ruolo  di chi ci spiegava come utilizzare le nuove funzioni di Windows o di Office  con la predicazione religiosa. Usare quel nome mi sembrò  dissacrante per l'accostamento tra la religione e gli interessi economici di una casa di produzione di software,  cominciai a guardare con un poco di diffidenza i giovanotti alti e biondi  e ...... cominciai a considerare con maggiore attenzione l'Open Source !

Questa circostanza mi viene in mente ogni volta che con grande passione "inizio"  alunni e colleghi agli strumenti di Google,  e sogghigno del  mio piglio da evangelista per giunta non alta e non bionda 
Per fortuna cerco di piazzare un prodotto gratuito, altrimenti il mio entusiasmo potrebbe essere frainteso e, considerato che opero nella istruzione pubblica non sarebbe proprio il caso.
Naturalmente sono cosciente che in effetti Google offre i suoi servizi, ma qualcosa vuole in cambio,  
ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta. 

Di buono c'è che gli strumenti di Google sono facilmente e immediatamente attivabili senza costi, requisito essenziale perché le nostre scuole hanno difficoltà anche a sostenere spese irrisorie e comunque non potrei entrare in classe il primo giorno di scuola dicendo " Attivate tutti un account Google" se fosse necessario aggiungere:  al modico costo di (anche)  un euro.